Gutenberg WordPress sarà un’altra cosa
Oramai un buon terzo dei contenuti della rete sono appoggiati sopra il codice di WordPress, e la “responsabilità” e popolarità del CMS che gli sta dietro è diventata planetaria. Ma, anche se nessuno lo ammetterebbe, in realtà le difficoltà e i lati migliorabili di WordPress non mancano. Tanto che il progetto Gutenberg, portato avanti dalla stessa fondazione di WordPress, promette di fare una rivoluzione epocale, analoga a quella fatta dallo stampatore tedesco Johannes che ha popolarizzato la stampa meccanica a caratteri mobili, nel quindicesimo secolo.
La semplificazione, nelle intenzioni degli autori, dovrebbe portare a una ulteriore democratizzazione della pubblicazione digitale online di contenuti, a prescindere dalle capacità tecniche e dall’alfabetizzazione digitale. Infatti, mentre le potenzialità di WordPress sono molte e possono essere sbloccate da chi sa scrivere codice, il prossimo passo logico è quello di renderlo fruibile anche da chi non ha questo tipo di competenza.
Al centro dell’approccio ci sono i “blocks”, i blocchi. Ma di cosa si tratta? Gutenberg unifica tutti gli stili di contenuti attualmente in uso che richiedono shortcode, widgets, embeds, formattazione dei post, post di tipo custom, opzioni dei temi, meta-box e altri elementi della formattazione. Permettendo la customizzazione arricchita di qualsiasi tipo di elemento senza bisogno di avere una conoscenza delle tecniche di scrittura di codice, ma semplicemente lavorando con mattoncini sulla falsariga del Lego, WordPress conta di arrivare a un obiettivo ambizioso ma non impossibile: una esperienza utente coerente e chiara, ma al tempo stesso capace di accogliere un’ampia gamma di funzionalità.
La cosa si capisce di più se si pensa a come è strutturato oggi WordPress. L’approccio è quello della finestra di testo: è possibile scrivere tutto quel che si vuole ma se bisogna portare dentro altri elementi non solo testuali è necessario un approccio misto e non sempre intuitivo: libreria media, immagini formattate con Html, link per gli embeds, shortcode per alcuni tipi di asset specializzati che sono contenuti in certi plugin, widget per certi altri tipi di contenuti, codice e immagini specializzate per gestire testate, parte iniziale e finale delle pagine, componenti laterali.
Il problema è la molteplicità di approcci e la loro inconsistenza, cioè non sono coerenti con un unico modo di utilizzarli e moltiplicano in maniera crescente le competenze necessarie e la complessità delle pagine. La risposta secondo WordPress è quella di un sistema a blocchi che sia facile da cercare e da capire, che possa essere spostato in maniera dinamica facilmente, e che possa offrire una esperienza di editing e di publishing di prima grandezza. Secondo il team di WordPress questo è quel che si raggiunge con Gutenberg, che è stato presentato lo scorso dicembre alla WordCamp US di Nashville. Arriverà nel corso del 2018 con WordPress 5 in una versione preliminare con le prime funzionalità essenzialmente per la parte di editing, che poi nel corso dei mesi successivi verranno espanse alle altre parti compreso il publishing. A tendere l’integrazione con le funzionalità e customizzazioni di WordPress sarà sempre maggiore.